Evoca l’immagine dell’unguento curativo il nuovo Centro di sollievo per persone senza dimora che Caritas Torino ha voluto dedicare alla memoria di Filomena Solimena, già presidente dell’Associazione commercianti di Via Paolo Sacchi, prematuramente scomparsa e da sempre impegnata in azioni concrete e quotidiane di sostegno a persone in difficoltà.
Si chiama “Il Balsamo di Filomena” il centro, gestito da Caritas Torino, in collaborazione con i religiosi Camilliani di Torino e si trova al primo piano di Via Arcivescovado 12/C, su un lato dell'edificio dell'Arcivescovado di Torino.
Il Centro è accessibile gratuitamente dal lunedì al venerdì dalle 14:00 alle 18:00.
Ricordiamo che la segnalazione della persona va inviata dagli operatori via mail all'indirizzo balsamodifilomena@gmail.com
Si tratta di un servizio di secondo livello al quale le persone possono accedere previa segnalazione operata da un ente inviante (servizi per adulti in difficoltà della Città di Torino, enti ed associazioni del privato sociale, centri di ascolto e parrocchie della Diocesi di Torino).
Tocca agli enti invianti fare “triage”, verificando che la persona che intendono segnalare presenti i requisiti di accesso non soltanto in quanto persona senza dimora ma anche in termini di condizioni di salute.
Il Centro non è né una casa di cura (lungodegenza post ricovero) né un ambulatorio medico infermieristico (anche se World Friend Torino gestisce nello stesso stabile un ambulatorio medico a cui possono rivolgersi persone in situazione di indigenza) e non dispensa farmaci, quindi può offrire uno spazio di tranquillità, di sollievo e di relazione a persone che non abbiano più bisogno di stare in ospedale (situazioni non acute ma stabilizzate o croniche), che non presentino patologie contagiose e trasmissibili per via aerea, che non abbiano diagnosi di disturbi psichiatrici e che non manifestino stati alterati di coscienza, anche a seguito dell’assunzione di sostanze psicotrope. Per accedere al centro, infine, le persone devono essere vigili, in grado di assumere autonomamente la terapia, e non soggette a limitazioni della libertà personale.
Per accedere al Centro le persone devono essere in possesso di almeno uno dei seguenti documenti: foglio di dimissione post ricovero, da Pronto soccorso, da Day Hospital o da presidio ambulatoriale, dichiarazione scritta del medico di base o specialista, valutazione scritta di un medico volontario in servizio presso un centro di assistenza medica del privato sociale.
Il “Balsamo di Filomena”, esperienza unica in Italia, nasce dalla rilevazione di un bisogno di cui sin dal 2012 lo stesso Arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, si è fatto interprete, promuovendo dapprima l‘apertura del Centro diurno per persone senza dimora “La sosta … con gli amici di Gabriele” e poi, constatata la necessità di sollievo di molte delle persone che vivono in strada, questa nuova iniziativa, con il forte coinvolgimento della Caritas Diocesana e della partnership descritta poco sopra.
Chi arriva in Via Arcivescovado può trovare un luogo in cui riposare e stare al caldo o ripararsi dall’afa, bere qualcosa di caldo e soprattutto trovare qualcuno con cui entrare in relazione (volontari e altri ospiti). Non dunque un luogo di cura, ma di sollievo dalla doppia difficoltà rappresentata dalla vita di strada e dalla salute malferma a causa di Patologie croniche (come ad esempio il diabete), di malattie che richiedono terapie dai pesanti effetti collaterali non gestibili nella vita di strada (ad esempio tumori) o di percorsi riabilitativi successivi a traumi e interventi ortopedici.
Video "Il Balsamo di Filomena" Torino
Povertà e salute: un binomio critico
Se, come si è detto, l’esperienza del “Balsamo di Filomena” è un’esperienza pilota e unica in Italia, più consolidata è l’attenzione al binomio povertà e salute declinato in diverse accezioni:
Più recentemente è stato presentato all’Università di Milano, un Rapporto dal titolo “Povertà sanitaria e accesso ai farmaci in una società multietnica”, ricerca realizzata su 13.000 pazienti che si sono rivolti alle strutture assistenziali caritative per essere curati.
Ne emerge un quadro fortemente segnato da forme di disagio psichico, anche grave, e in cui risulta prioritario il sostegno strutturale agli enti caritativi che si occupano dei «malati invisibili».
Esattamente ciò che accade al “Balsamo di Filomena” dove chi ha problemi di salute che non giustificano il ricovero in ospedale, ma che mal si coniugano con la vita di strada, può trovare sollievo e supporto relazionale grazie all’appassionata presenza dei volontari.
Fonti dei dati:
“Per molti ma non per tutti”, Censis RBM, 2016
Donare per curare, Osservatorio donazione Farmaco 2016, Povertà sanitaria e accesso ai farmaci in una società multietnica